Undici indagati a vario titolo per reati che vanno dal disastro colposo
all'omidicio colposo. I fatti sono quelli legati alla tragica alluvione
del 3 maggio 2014, dove persero la vita tre persone. Undici nomi di
funzionari, vertici della pubblica amministrazione e anche della
Protezione Civile.
Gli indagati non sono stati raggiunti da avvisi di garanzia e dunque
i nomi devono restare "protetti" fino a chiusura delle indagini. L'Ansa
però si porta avanti e "spara" i nomi del sindaco Maurizio Mangialardi e
dell'ex Luana Angeloni. I due amministratori però, alla data el 23
agosto, non sono stati raggiunti da alcun avviso di garnzia. Gli altri
nove nomi su cui la magistratura sta indagando sono quelli di Flavio
Brunaccioni, capo della Polizia Municipale, Gianni Roccato, Dirigente
comunale, Massimo Sbriscia, Fabio Gagliardini, Mario Smargiasso,
Marcello Principi, Alessandro Mancinelli, Libero Principi, e Roberto
Renzi. I riflettori si sono alzati nuovamente sugli sviluppi delle
conseguenze della tragica alluvione del 2014 perchè il giudice per le
indagini prelimiari Antonella Marrone ha accolto la richiesta di proroga
delle indagini avanzate dalla Procura di Ancona alla fine del mese
scorso.
Il nuovo termine, per la chiusura delle indagini, è stato così prorogato
al 28 febbraio 2018. Solo allora si sapranno con certezza i nomi degli
eventurali rinviati a giudizio e di chi invece è stato prosciolto da
ogni accusa. Accuse pesanti, per altro, che vanno dal disastro colposo
all'omidicio colposo fino all'abuso di ufficio. Nel mirino della procura
c'è infatti anche la realizzazione del Percorri Misa e l'impiego di
fondi pubblici per il suo utilizzo. Sotto la lente di ingrandimento
anche la gestione del piano di emergenza per le alluvioni,
ridimensionato nel 2004.
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