venerdì 25 agosto 2017

Alluvione del 3 maggio 2014: con la chiusura delle indagini via libera anche alle richieste di risarcimento

C'è finalmente una data certa. La chiusura delle indagini, per accertare le responsabilitù dell'alluvione del 3 maggio 2014 che provocò tre morti, è fissata per il 28 febbraio 2018. Quattro anni per arrivare ad un primo punto fermo. Conoscere i nomi degli eventuali rinviati a giudizio e di chi invece sarà prosciolto da ogni accusa.
Il giudice per le indagini prelimiari Antonella Marrone ha accolto la richiesta di proroga delle indagini, avanzate dalla Procura di Ancona, inizialmente fissato per il 30 luglio scorso. La notizia dello slittatamento della chiusura delle indagini è servita anche a far trapelare i nomi di quelli che sarebbero gli undici nomi su cui la Procura sta indagando: si tratta del sindaco Maurizio Mangialardi e dell'ex primo cittadino Luana Angeloni. Insieme a loro ci sarebbero anche tecnici e funzionari, sia del comune, che della provincia che della regione. Gli altri nove nomi sono quelli di Flavio Brunaccioni, capo della Polizia Municipale, Gianni Roccato, Dirigente comunale, Massimo Sbriscia, Fabio Gagliardini, Mario Smargiasso, Marcello Principi, Alessandro Mancinelli, Libero Principi, e Roberto Renzi. Ad aggi però a nessuno di loro è stato notificato l'avviso di garanzia. Diversi e pesanti i capi d'accusa in ballo, dall'omicidio colposo al disastro colposo all'abuso di atti d'ufficio.
Dopo il 28 febbraio si conosceranno le sorti giudiziarie di una vicenda iniziata con la traciga esondanzione del Misa, provocata dalla rottura di un argine, che provocò una morte diretta, quella dell'ottentenne Aldo Cicetti, e due indirette, due anziane morte in ospedale. Con l'eventuale apertura di un processo i parenti delle vittime ma anche chi ha subito danni personali e diretti potrà decidere di percorrere la strada della richiesta del risarcimento danni.
Le attività investigative della Procura si concentrano non solo sullo stato di manutenzione del fiume Misa, ma anche sul piano del soccorso, e il piano delle zone a rischio esondazione, ridimensionato nel 2004. Nel mirino della Procura ci sarebbe anche il Percorri Misa, realizzato con finanziamenti pubblici.


di Giulia Mancinelli
redazione@vivereresenigallia.it

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